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Orionini nel mondo: pronti a espandersi ancora?

Orionini nel mondo: pronti a espandersi ancora?

Pubblichiamo qualche riga di riflessione del giovane Francesco Volpe, che ci invita a far nostre le parole di San Luigi Orione “camminare alla testa dei tempi”

Se Ulisse incontrasse Cristo mentre decide di fermarsi a Eboli, di certo lo spronerebbe a salpare e a varcare le Colonne d’Ercole. Allo stesso tempo, se Don Orione fosse ancora in mezzo a tutti noi, ci consiglierebbe di andare oltre. Lo dice anche il Papa; anzi, la società stessa ce lo dimostra oggettivamente ogni giorno. Orionini, quindi, ponetevi questa domanda: “Chi sei? Dove sei? Stare alla testa dei tempi ti sta forse sfuggendo di mano?”
Le realtà onionine sono tante, ma non in tutte le parti del mondo.  Se Don Orione non fosse morto il 12 Marzo 1940, sicuramente avrebbe continuato a espandersi e a varcare tutti quei confini mentali e territoriali che perennemente bloccano l’uomo, non permettendogli di conoscere Dio, o semplicemente, la grande bellezza del creato. Creare è un dono che bisogna saper coltivare, progettare e tutelare. Le idee non nascono dall’oggi al domani, ma dalla consapevolezza di prefissarsi un obiettivo e di raggiungerlo con costanza. Ecco, quindi, perché si parte e si lasciano le proprie origini. Per creare! Se un albero si fermasse alle sole radici, non esisterebbe nessun fiore, nessun frutto e nessuna magica foglia cadente che ogni autunno ci ricorda che l’inverno è alle porte.
Don Orione ha insegnato tanto ai suoi “seguaci”, ma l’insegnamento più grande si può sintetizzare in queste due parole: andare oltre. Le frontiere mentali e territoriali devono essere varcate per abbattere quei muri che ancora si continuano a costruire per paura del diverso o dell’ignoto. Andare oltre è un rischio, ma che qualcuno deve pur correre per migliore quello che di marcio ancora persiste. Perché mai un Don Orione se ne sarebbe andato in giro per il mondo? Agli inizi dell’900, l’Italia era strapiena di bisognosi. Invece Don Orione ha fatto le valigie e si è fatto pioniere di iniziative che se oggi venissero contestualizzate a dovere, permetterebbero di affrontare l’emergenza immigrazione e la crisi interreligiosa in modo del tutto intelligente.
Abbattere le frontiere, inoltre, è l’unico metodo per salvare il mondo attraverso la carità. Fortuna vuole che grazie a Papa Francesco, essere cattolici, non è più sinonimo di chiusura mentale. La Chiesa si sta rinnovando, cambiando e sta andando oltre le Colonne d’Ercole, non cristallizzandosi a quei principi che un tempo andavano anche bene, ma che oggi risultano discriminatori e inopportuni. Per farlo, però, bisogna confrontarsi con quello che ancora non è stato scoperto.
Tranquilli, quindi! Andare via è il miglior modo per non andarsene affatto perché scoprendo nuove realtà, si avranno più conoscenze e più progetti da portare a termine. In altre parole, la staticità non esiste. Anzi, stare significa avere la capacità di seguire i propri impulsi e di muoversi, di sentirsi motivati, di scoprire qualcosa di alternativo, sperimentando idee nuove e questo si sviluppa esclusivamente con il confronto con il diverso e altre realtà. Integrazione e diversità, quindi! Per farlo, bisogna fare le valigie e andare via.  La sfida, quindi, è proprio quella di farsi carico degli insegnamenti di Don Orione e di portarseli in giro per il mondo, arrivando dove Lui – ahimè – non è arrivato sia a livello territoriale, che anche a livello ideologico. I tempi sono cambiati. Andiamo oltre!

 

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